Ci sono incontri ed incontri. Alle volte hai la fortuna di trovare gente amichevole con il quale divertirti e trascorrere il tuo tempo, ma quando ti trovi davanti qualcuno con una grande anima, vieni sollevato dalla consapevolezza che ci sono ancora persone che fanno davvero tanto bene al Mondo.
Questo è quanto mi è capitato a Sofia, proprio all’ingresso di un ostello.
Kubi è un signore di 50 anni, la sua barba folta e la carnagione scura confermano le origini turche anche se vengono tradite da un buon tedesco, infatti vive a Norimberga da 33 anni. Appena l’ho visto arrivare era completamente sudato dalla testa ai piedi e aveva un aspetto tutt’altro che presentabile. Non parlando una parola di inglese, non riusciva a far capire al ragazzo della reception che voleva fermarsi a risposare due notti a causa di un problema al ginocchio. Proprio in quel momento arrivo e tra un gesto e l’altro riesco a comprendere le sue esigenze e nel giro di 5 minuti riusciamo a trovargli una sistemazione provvisoria su un divano.
Dopo una doccia e un cambio di vestiti, decisamente più freschi e rilassati, decidiamo di andare a berci una birra. Kubi inizia a parlarmi del suo progetto chiamato Sen, che lo vede impegnato nella creazione di filmati e fotografie destinate alle principali piattaforme sociali.
In cosa consiste il suo progetto?
Per prima cosa in una “bella camminata“, da Monaco di Baviera ad Istanbul, seguendo una linea ben precisa da lui tracciata, non accettando aiuti di nessun genere, se non un’eventuale ospitalità lungo il cammino. Con lui ha il suo inseparabile bastone per fare i selfie, con il quale dialoga in continuazione e poi oltre allo zaino, uno scopo piuttosto nobile.
Come detto è nato in Turchia, ma per una serie di motivi ha deciso di trasferirsi in Germania all’età di 27 anni, dove ha sposato una ragazza turca, dalle quale ha avuto due bambini. Nonostante non abbia molti legami affettivi (un solo cugino) e non tornando quasi mai nella sua terra natia, ha deciso di intraprendere un progetto sociale che la coinvolge. Infatti, con questa sua avventura, Kubi sta cercando di sensibilizzare la popolazione turca, mostrando che c’è ben altro oltre al confine. Che tutti hanno pari diritti e possibilità, basta volerlo, basta mettersi in cammino e fare il primo passo.
Per noi italiani questo discorso potrebbe sembrare banale e quasi scontato. Siamo abituati quotidianamente a decidere per noi stessi e ci sentiamo padroni del mondo. Ovviamente il mio vuole essere un discorso generico, perche il punto è che in Turchia stanno vivendo una situazione particolare e l’informazione stessa può diventare scomoda. Il gesto che sta facendo Kubi è onorevole e ci ho messo non poco a capirlo.
La sera prima di salutarci, abbiamo incontrato un altro ragazzo con il quale si è messo a parlare in tedesco. Non capendo nulla, mi sono fatto tradurre il tutto dal nuovo arrivato, che in pratica lo stava esortando a lasciar perdere. Secondo lui, Kubi non doveva varcare il confine turco in quanto correva il rischio di apparire come un fomentatore ribelle. Guardandolo l’ho visto fare “spallucce” con un serenissimo sorriso.
Onore a te amico, ti auguro buona strada, persone come te regalano speranza indipendentemente dalla forza del messaggio che riescono a trasmettere. Non mollare mai!
Se siete curiosi di conoscerlo questi sono i suoi riferimenti:
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