Siamo in Iran, precisamente a Yazd, una città al confine con il punto più caldo della terra. Un regno dominato dalla sabbia, dalle pietre e da simpaticissimi serpenti velenosi. Questo che vedete nella foto è Mohsen Mohammadi, 35 anni, sposato, padre due bambini e proprietario dell’ostello dove abbiamo soggiornato qualche giorno.
Ho deciso di raccontarvi la sua storia, perchè nella sua semplicità, incarna quei valori che troppo spesso dimentichiamo.
Partiti da Shiraz in tarda mattinata, io, Laura, Amir e Azal, arriviamo a Yazd verso sera. Decisamente provati dal viaggio decidiamo di dormire in un ostello e dopo un paio di ore di ricerche capitiamo al Rest UP Hostel, situato nell’antico centro storico della città. Ad aprirci la porta si presenta un energico ragazzo con una bella maglietta rossa ed un sorriso a 36 denti. Ci invita ad entrare e, dopo aver contrattato con Amir il prezzo del soggiorno, ci mostra le stanze, offrendoci anche una tazza di çay.
Chiamarlo ostello è riduttivo e non rende l’idea. Immaginate di varcare un portone e di trovarvi in un cortile con al centro una vasca piena di pesci, piante rampicanti fino al soffitto stellato, zone relax con i tappeti dove poter fumare narghilè sorseggiando tè e stanze con enormi vetrate che danno verso l’interno della struttura.
In questa atmosfera di pace assoluta, ho preso il mio Mac ed ho iniziato a lavorare… Dopo circa un’ora si avvicina Mohsen che incuriosito mi domanda cosa stessi facendo. Una volta scoperto, mi chiede timidamente, se posso dargli una mano con il suo nuovo sito; ovviamente accetto e iniziamo una bella chiacchierata.
Devo ammettere che le giornate sono trascorse veloci, tra un giro nel bazar, una visita alla moschea e a quattro chiacchiere tra un dolcetto e un po’ di tè. L’ultima sera Mohsen ci propone di andare nel deserto a vedere le stelle. Accettiamo entusiasti!
La strada è piuttosto lunga, così inizio a conversare con lui sulla sua vita. Mi racconta che ha rischiato grosso, ma ora vede pian piano la luce:
“2 anni fa lavoravo per una grossa azienda. Ad un certo punto mi hanno offerto uno sproposito di soldi, una cifra in bianco. Non ci potevo credere, bastava solo mettere un paio di firme ogni mese ed il gioco era fatto. Arrivo da una famiglia povera e con due figli a carico devo ammettere di essere rimasto ammagliato da quell’offerta e così ho preso un paio di giorni per pensarci. Alla fine ho rifiutato e dopo due settimane mi son ritrovato ” Rimosso dal mio incarico”. Licenziato!
Un duro colpo da digerire, non soltanto perchè mi ritrovavo senza soldi e con tutte le problematiche del caso, ma per la modalità. Comunque poco importa, il passato è passato. Mi son rimesso subito a cercare un lavoro e dopo un giro di telefonate trovo come receptionist in un ostello. I primi mesi trascorrono bene, poi mi rendo conto che stava accadendo qualcosa di strano che andava contro la mia etica. Non rimaneva altro da fare che licenziarsi e così ho fatto. Di nuovo senza lavoro, ma questa volta per mia scelta. Avevo finalmente capito che se volevo cambiare la mia vita, avrei dovuto costruire la mia strada da solo.
La soluzione? Semplice aprire un’attività tutta mia. Hey, io ci so fare ! Con 10$ in tasca inizio a chiedere prestiti ad amici e banche. Recupero quanto basta per acquistare e risistemare l’ostello dove stai alloggiando e incrociando le dita mi son lanciato verso questa nuova avventura. Con la speranza di trasmettere responsabilità ed etica ai miei figli. Dopo tutto lo faccio per loro.
Posso dirti ancora una cosa? Ora sono carico, perchè so che il sito funzionerà. Tu sei capitato non per caso, se il mio regalo “.
Si gira, mi guarda e sorride alla sua maniera.
Inutile dirvi che sono rimasto spiazzato e nemmeno i “NO!NO!” di circostanza mi hanno tolto dall’imbarazzo.
La mattina successiva ci salutiamo e per non farmi pagare mi nasconde i soldi del soggiorno dentro una borsa. Per fortuna Amir se ne accorge e a fatica riusciamo a pagare, strappando la promessa di soggiornare gratis la prossima volta. Quando sarà diventato ricco ovviamente…
Buona fortuna Mohsen !
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