La Mauritania che non ti aspetti

Fammi capire. Cosa ci fai al porto di Dakar, se non per spedire la moto in Italia?

Sono venuto a timbrare il carnet per andare in Guinea, fermarmi qualche giorno in Sierra Leone e poi ritornare a casa

Prendi un aereo a Freetown?

No! Con questa” –  Do due pacche all’instancabile compagna a due ruote.

Tu sei pazzo?! E’ pericoloso passare per la Mauritania

Scusa?! Anche voi siete arrivati in moto. Quindi, se tanto mi da tanto, anche voi siete dei pazzi, ma poi per cosa?”

“Intanto noi siamo in tre, su moto nuove, molto equipaggiate e in Mauritania abbiamo fatto solo uno stop nella capitale per dormire. Pensa che abbiamo guidato dal mattino alla sera per toglierci da lì. Senza pensare alla corruzione nelle dogane, la terra di nessuno con le mine antiuomo poco fuori dal percorso tracciato, i posti di blocco ogni 40 km,etc… Lo sai perchè ci sono i posti di blocco?

Sì, per i terroristi…

Beh, almeno quello. Comunque, senti ragazzo, facciamo così. Ascolta bene. Noi partiremo tra 10 giorni e tu verrai con noi. Fatti trovare a Saint Louis, così faremo il deserto insieme. ok?!….OK?!

Uhm… Sì sì va bene…

Tiro giù la marcia e riparto verso Tambacounda, ultima città prima del confine con la Guinea Conakry.

Bene, ora tocca a me.

Conoscete la Mauritania e il suo popolo? Probabilmente sì, dopo tutto non vi sto parlando del Kyrgyzstan che qualcuno potrebbe far un pochino più fatica a localizzarlo.

Ma per prima cosa passiamo alle fonti ufficiali, citando viaggiaresicuri.it:

Rischio terrorismo

Si sconsigliano viaggi non necessari in Mauritania. La situazione nel Paese risente del deterioramento del quadro generale di sicurezza nella regione del Sahel, dove operano gruppi terroristici responsabili di attentati e sequestri di stranieri.
A Nouakchott si verificano rapine a mano armata e furti con scasso sia nelle abitazioni che nelle strade trafficate, sia di giorno che durante la notte. Gli episodi criminali hanno spesso risvolti violenti.

… e poi, tanto per farvi capire di cosa sto parlando. Non uso un navigatore ma un’applicazione chiamata maps.me che ti permette di ricevere informazioni su molte cose, tra le quali stazioni di benzina, posti dove bivaccare e meccanici.

Ecco, bene.
Se volessi la cartina della mia amata Liguria dovrei scaricare 58 mega, mentre per tutta la Mauritania ne bastano appena 8!
Questo per darvi un’idea della vastità del nulla o meglio… del deserto!

Infine, esistono 2 città grandi. La prima Nouadhibou, si trova vicino al confine con il Western Sahara, quindi a Nord. La seconda invece è la capitale Nouakchott e si trova più o meno nel centro del Paese. Le due città distano tra loro circa 500 km e nel mezzo solo sabbia. Stesso discorso se si procede a sud verso il Senegal per altri 270 km sempre in compagnia del medesimo panorama.

Finita questa breve introduzione, vi vorrei parlare della Mauritania che ho visto attraverso le mie due ruote.

Prima però un passo indietro…

Mi trovo nella mia stanza a Freetown in Sierra Leone, sdraiato su di un letto protetto da una zanzariera che cerca di tenermi lontano dall’ansia della malaria. Il caldo è più fastidioso delle zanzare che tanto vorrebbero fare la mia conoscenza e mi sento tutto appiccicoso.
Non riesco a dormire, così inizio a pensare.
Non so ancora quando riuscirò a ripartire, non sono neanche riuscito a cambiare le due gomme ormai provate dal viaggio di andata e lentamente mi perdo nei meandri della mia mente.

All’improvviso vengo pervaso da una strana voglia di casa.

Non di casa mia in senso stretto, ma più di un’idea, di un concetto, forse di un ricordo. Mi addormento, inizio a sognare, ma poco dopo mi sveglio. Chiudo gli occhi, ci riprovo, ma niente. Non ce n’è. Lo accetto.

Mi ritorna alla mente il dialogo con i ragazzi tedeschi alla dogana a Dakar ma è troppo tardi, ormai sono andati. Poi ripenso ad Aziz, un ragazzo Mauritano con il quale ho stretto amicizia a Nouadhibou.
Ogni sera mi scriveva per sapere dove mi trovassi e se ero al sicuro. Ritorno a pensare a casa, mi sale un po’ di ansia mista a malinconia mista a voglia di fare strada.
Un gran casino insomma. Faccio un bel respiro ed esclamo: “Basta domani parto, vada come vada!“.

Buonazzzzz… finalmente cedo il passo.

Il giorno dopo mi sveglio di buon grado, scendo in officina, sistemo le ultime cose sulla moto, preparo le mazzette suddividendole accuratamente in tutte le tasche della mia tuta e mi dirigo, “scortato” dal mio amico Franco, verso Port Loko, dove per una notte sarò ospitato da Padre Ignazio e dormirò nel bel mezzo della foresta sotto un palmeto ed un cielo trapunto di stelle (giusto per citare una vecchia e cara canzone).

Il mattino dopo mi presento in dogana per entrare in Guinea Conakry, ma questa è un’altra storia, se sarà ve la racconterò più avanti.

Ora sono arrivato a sono a Saint Louis e di cose in pochi giorni ne sono successe. Me la sono vista piuttosto brutta in Guinea, ma la moto e le protezioni hanno retto. Credo anche le mie ossa, anche se non ne sono poi così convinto.

La testa non è meno. Ho perso la brocca appena entrato in Senegal e credo di aver avuto un mezzo esaurimento. Urlavo e piangevo sotto il casco come un bambino isterico. Forse sarà per questo che ora mi fa male la gola.
Inoltre sono ancora testo, ho paura di aver fatto una cazzata e di essere fermato e arrestato in dogana.

Sono sincero, a ripensarci non avevo fatto altro che dare del cibo a dei bambini per strada, ma all’improvviso la mente mi era completamente partita.

E se fossero intolleranti a qualcosa? Sono giorni che guido sotto un sole cocente, si sarà deteriorato tutto il cibo e staranno male. Tutti mi hanno visto, sanno la mia targa, mi arresteranno!

So che ora tutto questo potrà sembrare sciocco e potrà far venir da ridere, ma dopo tutto quello che ho visto, sentito, i chilometri fatti, il caldo, le cadute e il bagaglio che mi porto dietro e dentro, non ho retto. Capita anche a me!

Stamp!

Non saprei come riprodurre il rumore del timbro sul passaporto. Che mai come oggi sa di liberazione.
Puoi andare amico. W l’Italia. Take care!

Dopo aver schivato le richieste dei vari funzionari “Cadeaux! Cadeaux!“, quelle di matrimonio da chiunque (credo anche da qualche animale) vedo la sbarra alzarsi. Davanti a me l’inospitale Mauritania.

Per adesso finisco qua, ascolto un po’ di musica e vado a dormire. Piuttosto, visto che è notte fonda metto Ben Howard, aiuta a rilassarmi.

Notte, ci vediamo nella seconda parte del tour mauritano


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