Immagine di Belgrado per il viaggio di Liberi di Andare

Slovenia, Croazia e Serbia, il viaggio continua

Entrare in Slovenia dal Tarvisio è davvero affascinante e nel giro di pochi chilometri sembra di passare dalle Dolomiti alla lussureggiante Svizzera.

La strada taglia in due la catena montuosa slovena e i pittoreschi paesaggi si susseguono senza sosta, passando per Kraniska Gora, località famosa per gli amanti dei giochi invernali. Senza troppi pensieri e senza avere nessuna meta in testa, inizio a farmi trasportare dal tempo e dalle curve.

Le distanze si assottigliano e in poche ore mi ritrovo a Zagabria, in Croazia. Giusto il tempo di un panino, consumato in un club per motociclisti e di una dormita in una di quelle camere anguste, tipiche da notti mordi e fuggi.

Immagine della chiesa di San Marco a Zagabria
La Chiesa di San Marco a Zagabria, Croazia

La mattina seguente parto subito alla ricerca di un pezzo di ricambio per il contachilometri rotto, ma la ricerca risulta vana, trovo soltanto un bravo meccanico che mi racconta un po’ dei suoi viaggi in moto e mi mostra la sua “creatura” su due ruote.

Come passo il confine tra la Croazia e la Serbia, il paesaggio cambia radicalmente. La strada diventa dissestata e tutto intorno regna la desolazione. Palazzine abbandonate, graffiti, roghi di rifiuti e come se non bastasse anche il sole ha pensato bene di sparire, lasciandomi nel grigiore più totale.
Mi sento spossato e non vedo l’ora di arrivare a destinazione.

Con un caffè, una brioche ed un cielo turchese l’umore cambia radicalmente, soprattutto se non sei solo.
Janek è un ragazzo polacco che vive a Berlino e di professione fa l’artista. Ad essere sincero sta facendo l’apprendista artista e nel mentre divide la sua vita lavorando un anno e passando l’altro in giro per l’Europa. Ci siamo conosciuti in ostello e dopo poco abbiamo iniziato a scoprire la capitale serba insieme.

Belgrado è sicuramente una di quelle città che meritano di essere vissute, specialmente se fin da piccolo ricordi la guerra nell’ormai ex Jugoslavia. Questa per me era una tappa obbligatoria dopo aver trascorso diversi giorni a Sarajevo un paio di anni prima.

Quello che colpisce, è che a differenza della popolazione bosniaca, ho fatto davvero fatica ad instaurare una conversazione sul conflitto balcanico.
Sicuramente ci sono andato con i piedi di piombo e non ho forzato l’argomento, ma fa uno strano effetto andare nel museo dedicato alla storia di Tito e della Jugoslavia, e rendersi conto che non è presente nessun accenno al recente conflitto. Comunque non sono qui per parlare di questioni politiche…

Caffè e ristoranti fanno da padroni a Belgrado e devo dire che sono molto belli. Questo forse, è una degli aspetti che più mi ha colpito, sia per la diversità dei vari locali in cui mi sono imbattuto, sia per la qualità del wifi che offrono al loro interno. Elemento fondamentale se lavori online.

Ho cercato di provarne diversi, trascorrendo il tempo con ragazzi incontrati in ostello, come Emanuel calciatore nigeriano con un sogno nel cassetto: giocare nella Bundesliga. Per ora si accontenta di vestire la maglia di una delle squadre della massima divisione serba. Good Luck Emanuel!

Due passi nella fortezza sono obbligatori, così come una camminata nel parco adiacente per poi finire nelle vie principali, commerciali e pulsanti di vita, senza dimenticare di visitare le chiese.
Qui merita una menzione il Tempio di Sava, attualmente in ricostruzione (non restauro!), dove nel suo ventre è nascosta una cripta davvero molto bella e curata.

Che dire… due o tre giorni a Belgrado sono sicuramente consigliati specialmente se state pianificando un tour nei Balcani.

Per me invece è arrivato il tempo di riprendere il cammino, la Bulgaria mi attende…


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